Pumo salentino: storia e curiosità

Il Salento è una terra ricca di fascino che, da ormai diversi anni, conquista tutti con le sue tradizioni culturali sorprendenti. Alcune di queste hanno simboli concreti che, a prima vista, richiamano alla mente le immagini di questo stupendo fazzoletto di Puglia.

Parlare dell’argomento sopra citato significa, per forza di cose, chiamare in causa il pumo. Se sei qui, significa che ne hai già sentito parlare. Magari ti è capitato di vedere sul web foto di prodotti come il pumo salentino portafortuna Pidipumo. Cosa si nasconde dietro a pregevoli gadget come quelli appena ricordati? Vediamolo assieme nelle prossime righe.

Pumo salentino: alla scoperta delle sue origini

Quando si esplorano le origini del pumo salentino, è fondamentale citare il culto della dea Pomona. Questa divinità romana era legata sia ai frutti che si trovano sugli alberi, sia a piante preziose per il sostentamento umano come l’olivo e la vite. Secondo le antiche tradizioni, il pumo ricorderebbe non a caso la forma del fiore e del frutto che nasce.

Entrare nel vivo di questa simbologia significa prendere in considerazione una notevole complessità di significati. Da un lato, infatti, si ha a che fare con la purezza. Dall’altro, invece, si toccano con mano concetti come la rigenerazione e la fecondità della natura. In tutti i casi, si parla di immagini positive e benaugurali. Non a caso, quando si parla del pumo si cita un ornamento portafortuna che, da sempre, trova posto nelle case tradizionali salentine.

In tempi antichi, erano soprattutto le famiglie benestanti in Salento a essere in possesso di uno o più pumi. Nella maggior parte dei casi, questi manufatti venivano fatti personalizzare da artigiani e artisti. Secondo l’immaginario dell’epoca, più erano le foglie del manufatto – per la precisione, parliamo di foglie di fiore di acanto – più era certo per la famiglia che lo teneva in casa un avvenire prospero.

L’importanza dei colori

Quando si parla del pumo, è doveroso citare anche i suoi diversi colori. No, non sono scelti a caso. A ciascuna cromia corrisponde infatti un concetto specifico. Il blu e l’azzurro simboleggiano la calma e sono spesso regalati per augurare il meglio a una famiglia che ha da poco accolto un bambino. Il rosa, invece, è più legato alla simbologia del matrimonio.

Un’usanza da rispettare

Nel corso dei secoli, la forma del pumo salentino si è evoluta tantissimo. Oggi come oggi, questo manufatto, a prima vista, ricorda una pigna. In passato, invece, aveva una superficie liscia. Realizzato da numerosi artigiani in tutta la Puglia – per amor di precisione, è il caso di ricordare che il pumo è uno dei simboli della città di Grottaglie, in provincia di Taranto – è legato a un’usanza che è molto importante rispettare. Cosa dice? Che il pumo deve essere regalato. Solo così, secondo le antiche tradizioni pugliesi, sarebbe in grado di aiutare chi lo riceve a vivere con serenità e successo i nuovi inizi della vita.

Dove si realizza il pumo?

Come accennato nelle righe precedenti, il pumo è uno dei simboli della città di Grottaglie, centro urbano in provincia di Taranto. Elemento decorativo spesso esposto sui balconi e in generale all’esterno degli edifici residenziali – in passato era simbolo di prestigio della famiglia – è realizzato anche a Cutrofiano.

Questo centro urbano della provincia di Lecce si contraddistingue per la presenza di numerose botteghe di ceramisti. Qui lavorano artigiani – veri e propri artisti secondo molti – che, grazie a una sapienza tramandata di generazione in generazione, producono pumi di diverse dimensioni. Si va dai ciondoli, ideali per un dono piccolo ma significativo, fino ai pumi portacandele, perfetti da esporre in salotto o all’ingresso per omaggiare al meglio l’anima di una terra meravigliosa come la Puglia.