Il mondo del credito è indubbiamente cambiato nel corso degli ultimi vent’anni. Ed è innegabile come alcune forme di prestito ne abbiano completamente cambiato il volto. Tra queste spicca, senza alcun dubbio, la cessione del quinto dello stipendio o della pensione, un’innovativa tipologia di prestito che si differenzia da un tradizionale finanziamento personale.
La differenza più lampante riguarda, in primis, la modalità con la quale vengono pagate le rate, trattenute direttamente sulla busta paga del debitore, per un importo massimo pari al 20% del salario percepito, anziché addebitate direttamente sul conto corrente. Nella cessione del quinto, quindi, il datore di lavoro garantisce il pagamento delle rate, effettuando il bonifico – di importo pari alla rata pattuita contrattualmente – in favore della finanziaria.
Rinnovo cessione del quinto: di cosa si tratta?
Qualora si necessitasse di ulteriore liquidità, la cessione del quinto prevede la possibilità, in alcuni casi, di poterla ottenere in base a quanto stabilito in sede di stipula del contratto. Un’operazione tecnicamente chiamata “rinnovo della cessione del quinto dello stipendio o della pensione”, che viene spiegata con dovizia di particolare, in modo semplice e chiaro, su prestitiperte.com, uno dei siti più affidabili per quanto riguarda il mondo del credito.
D’altro canto, negli ultimi anni questa opzione è stata richiesta in misura costantemente crescente da parte dei consumatori nostrani, che possono ottenere liquidità aggiuntiva senza fornire – differentemente da quanto avviene per un prestito al consumo – alcun tipo di giustificazione. Per ottenere il rinnovo della cessione del quinto, tuttavia, è indispensabile soddisfare alcuni indispensabili requisiti.
Ad esempio, è necessario che il prestito sia stato rimborsato per almeno il 40% rispetto all’importo originariamente contratto: qualora non fosse rispettato questo requisito, le finanziarie, di norma, non consentono che la richiesta di rinnovo possa essere inoltrata. Esistono, tuttavia, alcune eccezioni.
Quando la cessione del quinto è stata stipulata per una durata inferiore ai 5 anni, il rinnovo può essere richiesto anche dopo aver rimborsato le prime dodici rate, nel caso in cui vengano rispettate le seguenti condizioni: non sia mai stato richiesto, in precedenza, il rinnovo della cessione del quinto e la riformulazione protragga il prestito per una durata minima di almeno dieci anni.
È possibile inoltrare richiesta di rinnovo anche online
L’inoltro della domanda di rinnovo, rimarcando in toto quanto avviene nella richiesta originaria della cessione del quinto dello stipendio e della pensione, deve rispettare alcuni requisiti di tipo anagrafico: il contraente non può superare gli ottant’anni alla scadenza del finanziamento. Sono estremamente rare le deroghe a questo requisito anagrafico, che rappresenta la norma della maggior parte delle cessioni del quinto dello stipendio.
I documenti da presentare quando si richiede la cessione del quinto sono i seguenti: documento di identità in corso di validità (patente, carta identità o passaporto); codice fiscale (in alternativa, tesserino sanitario); ultimo CUD o modello UNICO; ultime tre buste paga; comunicazione di cedibilità della pensione; documentazione relativa alla cessione da rinnovare.
Oltre alla privacy, tra i motivi di maggiore appeal della cessione del quinto spicca, senza alcun dubbio, la possibilità di poter essere richiesta anche nel caso in cui il sottoscrittore abbia subito qualche segnalazione negativa nella CRIF o sul Bollettino dei Protesti. Come indicato in precedenza, a garantire il buon esito delle rate è il datore di lavoro: non viene effettuata alcuna analisi sul merito creditizio del richiedente il prestito.
È possibile accedere alla sottoscrizione o al rinnovo della cessione del quinto grazie anche alla grande rete telematica. I portali presenti sul web consentono di ottenere i fondi richiesti in maniera decisamente più celere rispetto agli uffici finanziari o gli istituti di credito presenti lungo lo Stivale, riuscendo a soddisfare, tempestivamente, le richieste dei consumatori che vi fanno ricorso.