Come aprire una pizzeria da asporto

Quando si parla di attività redditizie a prescindere dal periodo, è impossibile non chiamare in causa la pizzeria da asporto. Se sei qui, ti stai chiedendo quali siano i passi da seguire per aprirne una. Nelle prossime righe di questo articolo, abbiamo raccolto alcuni consigli utili al proposito.

Adempimenti burocratici

Come nel caso di ogni impresa, anche quando si parla di pizzeria da asporto è necessario chiamare in causa gli adempimenti burocratici. Il primo step da compiere al proposito è l’apertura della Partita IVA. Successivamente, bisogna procedere all’iscrizione della propria attività all’elenco delle Imprese Artigiane presso la locale Camera di Commercio.

Un ulteriore aspetto da prendere in considerazione è il conseguimento della certificazione HACCP, ovviamente in veste di responsabili (il che implica la frequenza di un corso pari a 8 ore e il fatto di considerare l’aggiornamento periodico).

Si potrebbe andare avanti ancora a elencare gli adempimenti burocratici da espletare se si punta ad aprire una pizzeria da asporto. Oltre a quelli appena citati, va chiamata in causa l’apertura di una posizione Inail, così come la regolarizzazione con l’Inps.

Per avviare un’attività imprenditoriale come pizzaioli è necessario essere in possesso di particolari requisiti tecnici? Assolutamente no. La legge non impone al titolare di una pizzeria il possesso di titoli specifici. A sua discrezione, l’imprenditore ha la possibilità di scegliere se assumere o meno un pizzaiolo che ha frequentato un corso di formazione ad hoc.

Questo non deve mettere in secondo piano la necessità di aver frequentato un corso SAB (Somministrazione Alimenti e Bevande). Il fine di questi percorsi formativi è chiaro già dal nome e, per quanto riguarda la loro organizzazione pratica, il riferimento è la Camera di Commercio dove ha sede l’attività.

Come scegliere il locale

Apriamo ora un capitolo di grande rilevanza, ossia quello della scelta del locale dove esercitare la propria attività. Il principale criterio da prendere in considerazione è la metratura. Nelle situazioni in cui si punta ad aprire una pizzeria da asporto, il minimo dell’estensione è pari a 30 metri quadri. Nel caso in cui, invece, l’intenzione è quella di dare vita a un esercizio con la possibilità di consumare anche in loco, bisogna prendere in considerazione un range compreso tra i 50 e gli 80 metri quadri.

Focus sui fornitori

La selezione ponderata dei fornitori può fare la differenza tra una pizzeria da asporto di successo e un locale uguale a tutti gli altri. Ovviamente è fondamentale puntare sul massimo della qualità sia per quel che concerne gli imballaggi – Firstpack.it è uno dei riferimenti di eccellenza per il settore – sia per quel che concerne le materie prime.

Concentrandoci su queste ultime, ricordiamo che una delle scelte migliori prevede il fatto di concentrarsi su aziende a km 0. Ancora meglio è dare spazio a realtà con una storia particolare. Qualche esempio? Imprese condotte solo da donne, così come aziende che operano con una particolare attenzione alla sostenibilità.

Marketing efficace, vero oro per una pizzeria da asporto

A differenza di molte attività take away che in questo periodo vanno per la maggiore, come per esempio i ristoranti che vendono poke, la pizzeria da asporto consente una maggior libertà all’imprenditore che decide di lanciare il proprio business. In poche parole, ci sono molte più possibilità di avere successo anche se non si apre un franchising.

Ciò implica più libertà anche dal punto di vista del marketing e, per esempio, la possibilità di gestire autonomamente aspetti come la palette del feed di Instagram e i codici sconto. Questi ultimi sono fondamentali per fidelizzare l’utenza, così come la newsletter, che deve essere personalizzata a seconda di dove si trova un utente nel funnel (per intenderci, deve avere contenuti diversi a seconda che sia destinata a un cliente appena acquisito o a uno storico).