La Tubercolosi polmonare o TBC o ancora Tisi, è una malattia il cui nome evoca un certo timore e anche dei pregiudizi perlopiù ingiustificati. Pareva scomparsa o quasi alcuni anni fa, invece negli ospedali si registrano numerosi nuovi casi in controtendenza a quanto era anni fa.
Indice contenuti
Cosa è la Tubercolosi
Parliamo di una malattia che fino ad alcuni decenni addietro rappresentava una gravissima patologia per la quale si rischiava fortemente la vita. Con l’avvento della terapia antibiotica, la penicillina innanzitutto, le cose sono radicalmente cambiate.
La Tubercolosi, anche nota come TBC o Tisi, è un’infezione sostenuta dal Mycobacterium tubercolosis chiamato anche “bacillo di Koch” dal nome del suo scopritore che per primo descrisse la malattia.
La tubercolosi colpisce prevalentemente i polmoni che rappresentano la sede della maggior parte dei casi di malattia ma può colpire anche i reni, le ossa, il cervello, potenzialmente comunque qualsiasi parte del corpo in percentuali decisamente inferiori.
Le persone che vengono a contatto con questo batterio possono non sviluppare affatto la malattia che resta in stato latente, ossia non si presentano sintomi, la persona non è infettiva e potrebbe non presentare mai per tutto il corso della vita la malattia in fase attiva.
La tubercolosi ieri e oggi
La tubercolosi nel 1920 era l’8° causa di morte nei bambini di età compresa tra 1 e 4 anni. Nello sviluppo della tubercolosi incidono fortemente le condizioni di vita, l’ambiente in cui si vive che, se malsano, aumenta di molto il rischio di malattia.
Con il miglioramento delle condizioni ambientali di vita, il miglioramento dell’igiene e dell’assistenza sanitaria, il numero di casi diminuì fortemente , nel 1960 non figurava nemmeno più nelle 10 prime cause di morte nei bambini di ogni età e con l’affinamento delle terapie antibiotiche oggi i casi sono molto limitati numericamente e con bassa pericolosità, basso rischio per la vita pur essendo sempre una malattia che richiede cure anche prolungate.
I sanatori per i malati di TBC
La tubercolosi è infettiva per via aerea, si trasmette attraverso le microscopiche goccioline di saliva emesse tossendo ma anche semplicemente parlando o cantando.
All’interno delle goccioline si trovano i batteri, per cui le persone che sono vicine ad un malato di TBC sono potenzialmente a rischio di contrarre la malattia. Un tempo i malati venivano ospitati in specifiche strutture, i sanatori dove dovevano restare fino a guarigione, diversi mesi.
Queste strutture si trovavano soprattutto in montagna, a circa 1000 metri di quota poiché tale altezza è ritenuta ideale per favorire la guarigione. Oggi i malati di TBC possono essere curati tranquillamente a casa propria grazie ai potenti antibiotici di cui la medicina dispone.
La diffusione odierna della TBC
Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un incremento dei casi di TBC in tutto il mondo occidentale. Difficile determinare la causa di questo ma almeno in parte pare sia da imputare al massiccio arrivo di profughi nei paesi occidentali che arrivano da condizioni di vita assolutamente malsane, da lunghi periodi trascorsi in centri di detenzione con condizioni al limite del disumano.
In pratica la vita che queste persone conducono prima di decidere per il lungo viaggio e nel corso dello stesso sono le condizioni, anche peggiori, che a suo tempo determinavano i tanti casi di TBC all’inizio del secolo scorso anche in Italia.
La Tubercolosi provoca gravi difficoltà respiratorie, febbre anche elevata ed espettorato con presenza di sangue.
Turbecolosi è contagioso?
Il contagio avviene, come detto, per via aerea; non ci si contagia per contatto con la persona né attraverso oggetti di uso comune come asciugamani e capi di vestiario mentre occorre più attenzione per l’uso promiscuo di piatti, bicchieri, posate per la presenza di tracce di saliva che possono contenere i bacilli.
I soggetti più a rischio di contrarre la tubercolosi sono quelle con il sistema immunitario indebolito, i bambini soprattutto con meno di 5 anni, le persone affette da HIV e tutti coloro i quali operano in strutture per senzatetto, carceri e strutture per malati cronici o di cura dei malati di TBC, ovviamente.