Come richiedere l’indennità di accompagnamento durante la chemioterapia

La richiesta d’indennità di accompagnamento può essere effettuata anche durante il percorso di radioterapia o di chemioterapia. Anche se questa possibilità è prevista dalla legge, non tutti lo sanno e non sempre si riesce a ottenere.

Infatti, l’accompagnamento non viene concesso in automatico ma dev’essere richiesto appositamente e soprattutto solo in presenza delle condizioni di legge. Vediamo insieme come è possibile richiedere l’indennità di accompagnamento per chemioterapia.

Cosa dice la legge per l’accompagnamento durante chemioterapia

Secondo quanto previsto dalla Legge n. 18 del 11 febbraio 1980 possono ottenere riconosciuta l’indennità d’accompagnamento solo coloro che soddisfano dei specifici requisiti. La Cassazione è poi intervenuta sottolineando come l’indennità di accompagnamento sia possibile anche per chi si sottopone a radioterapia o chemioterapia se si rispettano questi requisiti.

I requisiti richiesti dalla legge prevedono un diritto all’indennità d’accompagnamento per tutti coloro che sono realmente impossibilitati nella deambulazione senza la presenza permanente e l’aiuto di un accompagnatore per compiere i principali atti quotidiani della propria vita.

In questo caso, l’indennità è una misura economica che permette di supportare coloro che hanno bisogno di assistenza continua. Infatti, come può succedere nel caso di segue la chemio o la radioterapia, non sempre si è in grado di seguire le attività giornalieri senza l’assistenza di qualcuno.

Ecco perché anche durante il periodo in cui si eseguono queste terapie è possibile chiedere anche se non in modo permanente un accompagnamento, naturalmente se sussistono i presupposti previsti dalla legge.

Come si deve richiedere l’indennità d’accompagnamento?

La richiesta dell’indennità di accompagnamento dev’essere richiesta al momento della presentazione della domanda per l’invalidità. Al momento di questa domanda, bisogna allegare il certificato medico che può segnalare diversi benefici e sostegni, che devono poi essere concessi oppure meno attraverso un verdetto che viene emesso da parte della Commissione Medica.

Dopo aver compilato la domanda segnalando tutte le principali patologie invalidanti, all’interno del certificato medico in formato digitale è possibile trovare le voci alle quali poter porre una crocetta riguardanti anche la richiesta di accompagnamento.

Le voci che si possono indicare sono due. La prima è dedicata all’impossibilità completa e permanente di non poter deambulare senza un accompagnatore. La seconda invece indica che una persona non è in grado solo di compiere gli atti quotidiani quindi prevede un’assistenza ma non continua.

La spunta di una di queste caselle è essenziale per riuscire a poter richiedere correttamente l’accompagnamento.

Una volta segnalato il tutto all’interno della domanda bisognerà rimettersi alla decisione della Commissione Medica. La commissione deve verificare diversi parametri ossia: natura della patologia, termini di decadimento psicofisico, ricadute dei trattamenti chemioterapici o radioterapici sul richiedente.

Al momento della valutazione della Commissione Medica, bisogna presentare la documentazione medica aggiornata e completa. Solo in questo modo è possibile avere una panoramica accurata dello stato di salute al momento della presentazione in commissione.

Si dovrebbe allegare sempre anche la relazione da parte dell’oncologo che possa certificare la condizione durante la chemioterapia. In questa relazione bisognerà indicare le conseguenze che i trattamenti sanitari e il tumore hanno su chi ha necessità dell’accompagnamento.

Cosa fare quando non si riesce a ottenere l’accompagnamento?

Può succedere che non si sia in grado di ottenere l’accompagnamento. I motivi possono essere diversi. A volte però, nella maggior parte dei casi, l’errore potrebbe essere dato dal fatto che la documentazione presentata risulti insufficiente. Nel caso in cui l’Inps respinga in modo errato la richiesta, comunque, entro sei mesi dal verbale si può scegliere di fare ricorso. Il ricorso dev’essere condotto da esperti nel campo dell’accompagnamento. Solo così sarà possibile ottenere una corretta revisione della propria situazione e se ci sono i parametri imposti da legge accedere all’accompagnamento.